“L’inceneritore di Vercelli nella black list nazionale
degli impianti da chiudere”
“L’inceneritore di Vercelli è il primo impianto che inseriamo nella black list nazionale delle strutture di smaltimento rifiuti da chiudere. Il forno vercellese rientra a pieno titolo tra gli impianti concepiti in periodi storici molto distanti dai giorni nostri e con sistemi di trattamento ormai obsoleti”. E’ questo il messaggio che Stefano Ciafani, vicepresidente di Legambiente, ha lanciato a Vercelli in occasione della prima tappa della campagna nazionale “Liberi dai rifiuti”. L’iniziativa, organizzata dal circolo Legambiente del Vercellese, ha visto anche la presenza di Paola Marciani, docente dell’Università di Milano, che ha illustrato vari aspetti negativi legati all’impatto sanitario causato da questo tipo di impianti.
L’inceneritore di Vercelli, che ha peraltro vissuto una lunga serie di avarie e blocchi di funzionamento ed è stato recentemente riattivato, è stato di fatto negli anni il principale ostacolo per lo sviluppo della raccolta differenziata sul territorio provinciale. Il Vercellese, rimasto per svariato tempo fanalino di coda a livello regionale per le percentuali di raccolta differenziata, ha recuperato terreno soltanto nell’ultimo biennio grazie all’introduzione della raccolta dei rifiuti porta a porta che ha permesso di passare rapidamente dal 30% di RD del 2010 a circa il 60% del 2012.
“Anziché continuare ad investire su un inceneritore obsoleto –dichiara Gian Piero Godio, presidente del circolo Legambiente del Vercellese– gli enti locali dovrebbero concentrare forze e risorse per migliorare ulteriormente il sistema di raccolta dei rifiuti porta a porta che, in questi primi due anni, ha evidenziato potenzialità in termini di riduzione della massa complessiva dei rifiuti e ha permesso al territorio di avvicinarsi agli obiettivi previsti dalla legge. Per proseguire il percorso verso una gestione ottimale dei rifiuti urbani il Vercellese ha ora bisogno di un Piano provinciale che escluda il ricorso all’incenerimento, punti alla prevenzione e alla riduzione alla fonte dei rifiuti e preveda un sistema di tariffazione che premi i cittadini che meno producono e più riciclano”.
Nel corso dell’incontro svoltosi a Vercelli si è fatto inoltre riferimento all’alternativa all’incenerimento dei rifiuti costituita dalle cosiddette “fabbriche dei materiali” che, assieme ai sistemi di trattamento e recupero dei vari materiali derivanti dalla raccolta differenziata (vetro, carta e cartone, plastiche, umido), costituiscono un nuovo sistema di gestione dei rifiuti urbani in grado di soddisfare le ultime indicazioni europee. Le fabbriche dei materiali sono in grado, grazie a nuove tecnologie, di separare sempre più i rifiuti indifferenziati, permettendo di rigenerare nuovi materiali partendo dalle materie prime secondarie.
“Tutto questo non è un insieme di utopie ma sono sistemi già praticati con successo in diverse realtà italiane –ha aggiunto Gian Piero Godio-. La politica e le amministrazioni locali devono però compiere delle scelte: mantenere i vecchi sistemi di incenerimento o indirizzarsi verso le alternative esistenti. In entrambi i casi sono necessarie risorse economiche; nel primo caso si spendono in tecnologie e impianti obsoleti, nel secondo, invece, si investono in sistemi moderni, che garantiscono minor impatto ambientale e maggiore occupazione di personale”
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