Legambiente Piemonte e Valle d'Aosta

Le storie della green society protagoniste a CinemAmbiente

Legambiente presenta il primo rapporto nazionale sulla green society. Tra le 101 storie del rapporto spiccano le piemontesi ZAC!, Pony Zero Emissioni, La Casa Rotta, la pista ciclabile tra Bricherasio e Bagnolo, la rinascita di Ostana

È l’Italia della green society, quella disponibile a muoversi, produrre, spostarsi, consumare in maniera più equa, sostenibile, giusta, quella fotografata da Legambiente nel primo rapporto nazionale “Alla scoperta della green society”, edito nell’ambito del tradizionale volume annuale Ambiente Italia di Edizioni Ambiente, e presentato oggi a CinemAmbiente, il Festival internazionale di cinema e cultura ambientale in corso a Torino. A presentare il lavoro dell’associazione ambientalista il curatore e membro della segreteria nazionale di Legambiente Vittorio Cogliati Dezza, il presidente di Legambiente Piemonte e Valle d’Aosta Fabio Dovana, il direttore di CinemAmbiente Gaetano Capizzi e la giornalista Claudia Apostolo.

In questi anni si sta assistendo ad una crescita progressiva, lenta ma inesorabile, di tutti gli indicatori economici e sociali che attestano una crescita da parte dei cittadini di scelte e comportamenti ecosostenibili. Lo si vede nella diffusione delle energie rinnovabili -in 10 anni si è passati dal 15% al 35,5% dei consumi elettrici coperti dalle rinnovabili-, nella raccolta differenziata e nella diffusione del riuso –con la crescita costante dei comuni rifiuti free, ovvero quei comuni che, oltre a essere sopra la soglia del 65% di raccolta differenziata, producono meno di 75 chilogrammi annui per abitante di rifiuto secco indifferenziato-. E’ così in agricoltura dove cresce la produzione del biologico -dal 2010 al 2015 sono cresciute del 69% le attività di ristorazione che utilizzano prodotti biologici-, e nei consumi alimentari, dove si sta diffondendo non solo una grande attenzione per la qualità del cibo, ma anche una forte sensibilità contro gli sprechi.

Il rapporto di Legambiente è un vero e proprio viaggio di scoperta, un’esplorazione che cerca di individuare le coordinate, che parte dalla raccolta di 101 storie di cambiamento in corso, “di un’Italia che già esiste e che sta sfidando per esempio anche lo storico e consolidato terzo settore schiacciato tra una politica che sempre più ne disconosce il valore e la sua incapacità auto-riformatrice. Un’Italia in cerca di rappresentanza politica ma che non vuole scatole partitiche o padrini elettorali, così frammentata e variegata qual è. Un’Italia che alla delega politica preferisce la pratica civica come nuova forma di rivolta sociale. Una rivolta pacifica e silenziosa che in maniera carsica sta lavorando in profondità e che prima o poi riuscirà a emergere come fenomeno sociale” si legge nella prefazione della presidente nazionale di Legambiente Rossella Muroni.

Tra le 101 storie di green society raccontate da Legambiente diverse sono piemontesi. C’è lo ZAC!, cooperativa che ha realizzato a Ivrea un percorso di riqualificazione urbana e di trasformazione sociale per restituire alla cittadinanza gli spazi del Movicentro della stazione ferroviaria, vuoti e inutilizzati da oltre un decennio. Ci sono i Pony Zero Emissioni, società di logistica nata nel 2013 con l’obiettivo di rivoluzionare, con una logica ecosostenibile, la copertura dell’ultimo miglio urbano in bicicletta. C’è La Casa Rotta, progetto nato nel 2011 con l’obiettivo di recuperare una cascina abbandonata sulle colline di Cherasco (Cn) e di farla diventare un centro di incontro e aggregazione, un laboratorio attivo di cultura, un crocevia di scambi tra saperi diversi e prove pratiche di sostenibilità ambientale. C’è la storia dell’impegno delle comunità locali che ha reso possibile la trasformazione di una ferrovia dismessa tra Bricherasio (To) e Bagnolo (Cn) in pista ciclabile e ippovia. E c’è la storia di Ostana, piccolo comune montano cuneese che, fino a 25 anni fa, come tanti altri sull’arco alpino, sembrava destinato a un lento e inesorabile spopolamento e che invece grazie alla qualità architettonica, all’identità e al senso ritrovato di comunità, alla sostenibilità ambientale e all’offerta di un turismo pertinente e rispettoso dei luoghi è riuscito a rispondere con successo all’abbandono facendo un balzo in avanti demografico da 5 a più di 40 abitanti.

Storie e processi di innovazione sociale molto articolati da mettere sotto la lente di ingrandimento di una nuova riflessione, ed è quello che il libro cerca di fare. Lo fa con un’intervista collettiva a quattro donne protagoniste di questa società che cambia, che si confrontano sull’innovazione sociale in atto, e poi con 12 interventi di personalità del mondo della cultura, della ricerca, dell’ambientalismo, della politica e dell’impresa sociale che propongono chiavi di lettura e approfondimenti sugli aspetti più significativi di questa società che cambia. I contributi rappresentano una traccia per la costruzione di un pensiero collettivo, un nuovo discorso pubblico che mira a dare diritto di parola alla green society.

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