Legambiente Piemonte e Valle d'Aosta

Termovalorizzatore di Cavaglià: Legambiente conferma la contrarietà

Presentate alla Provincia di Biella le integrazioni al progetto.
Le compensazioni ambientali che sarebbero state proposte non risolvono le questioni che in questi anni sono state sollevate.

Apprendiamo dai mezzi di comunicazione che A2A, società proponente di un impianto di termovalorizzazione per rifiuti speciali da 280.000 tonnellate/anno ed essiccazione fanghi per ulteriori 84 mila tonnellate, avrebbe depositato presso la Provincia di Biella le integrazioni progettuali richieste nelle precedenti fasi di valutazione.

“La nostra valutazione del progetto non cambia – dichiara Alice De Marco, Presidente di Legambiente Piemonte e Valle d’Aosta – ed è fortemente negativa. Stiamo parlando di un impianto che tratterebbe quantità di molto superiori alle esigenze della provincia biellese, un sovradimensionamento che porterebbe ad una violazione di quel principio di prossimità che dovrebbe essere un punto fermo di qualsiasi progettualità. Le compensazioni ambientali ed economiche che sono state riportate dai mezzi di comunicazione non sono un mezzo per cancellare le criticità emerse in Conferenza dei Servizi, che permangono. Oggi il Paese, ed il Piemonte di conseguenza, ha la forte necessità di impianti che contribuiscano alla transizione ecologica. Non ci pare si stia andando in questa direzione”.

Fra le compensazioni proposte dall’Azienda, si legge nel comunicato stampa diffuso dalla stessa, si prevedono “interventi di valorizzazione e tutela del patrimonio naturalistico delle aree circostanti e di riqualificazione archeologica e recupero del Parco del “Chioso” di Cavaglià”. Inoltre A2A Ambiente promette un contributo annuo per sostenere gli oneri per i consumi elettrici fino a 200 €/anno per ogni nucleo familiare residente nei Comuni di Cavaglià e Santhià per i prossimi vent’anni.

“Al netto delle compensazioni, un termovalorizzatore resta quel che è – dichiara Sergio Capelli, Direttore di Legambiente Piemonte e Valle d’Aosta – ovvero la negazione dei princìpi cardine dell’economia circolare. Un impianto come quello proposto, inoltre, al di là alle emissioni inquinanti immetterebbe in atmosfera oltre 300.000 tonnellate all’anno di CO2 equivalenti, , senza contare quelle legate al trasporto dei rifiuti in loco, andando a contribuire in maniera sostanziale alle emissioni climalteranti piemontesi. In tempo di politiche europee di decarbonizzazione, sarebbe una scelta in controtendenza. Come sempre abbiamo fatto, Legambiente resta in attesa della messa a disposizione della documentazione tecnica prodotta da A2A, che analizzeremo con attenzione unitamente alle amministrazioni, ai movimenti e ai Circoli e sulla quale produrremo le nostre osservazioni”.

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