Legambiente Piemonte e Valle d'Aosta

Strada in salita per la scuola italiana. I dati del report Ecosistema Scuola

Strada in salita per la scuola italiana, a pesare i ritardi soprattutto al Sud Italia e nelle Isole sulla messa in sicurezza degli edifici scolastici, sull’efficientamento energetico e sull’accesso ai servizi di base

I dati della XXII edizione di Ecosistema Scuola, il report di Legambiente sulla qualità dell’edilizia scolastica e dei servizi

Nel 2021 il 30,6% degli edifici scolastici necessita ancora di interventi di manutenzione straordinaria.

Dato che sale al Sud (36,8%) e nelle Isole (53,8%). Solo il 4,2% delle scuole oggetto dell’indagine risulta in classe energetica A

Legambiente: “Appello al ministro dell’Istruzione e al Governo Meloni: il PNRR non è la soluzione di tutto. Servono anche interventi diffusi e in tempi brevi a partire dai territori più fragili. Ecco le nostre 10 proposte per una scuola più inclusiva, sicura, sostenibile e meno energivora

Strada in salita per la scuola italiana, che ancora presenta forti ritardi sulla messa in sicurezza degli edifici scolastici e sull’efficientamento energetico, accompagnati da un divario crescente tra le scuole del Nord, quelle del Sud e delle Isole. È quanto denuncia oggi Legambiente con la XXII edizione di Ecosistema Scuola in cui fa il punto, con dati riferiti al 2021, sullo stato di salute di 5.616 edifici scolastici di 94 capoluoghi di provincia – tra scuole dell’infanzia, primarie e secondarie di primo grado – frequentati da una popolazione di oltre un milione di studenti.

Anche se negli ultimi 5 anni (2017-2021), a livello nazionale, il 59,3% degli edifici scolastici ha beneficiato di interventi di manutenzione straordinaria, nel 2021 il 30,6% delle scuole necessita ancora di interventi straordinari. Dato quest’ultimo che al Sud sale al 36,8% e nelle Isole al 53,8%. Sempre negli ultimi 5 anni, per quanto riguarda le indagini diagnostiche dei solai, risultano eseguite solo nel 30,4% degli edifici, dato che scende nelle Isole al 18,8%. Interventi per la loro messa in sicurezza sono stati invece realizzati, a livello nazionale, appena sul 12% degli edifici. Sul fronte interventi adeguamento sismico, nonostante il 53,8% dei comuni capoluogo di provincia abbia dichiarato di aver realizzato interventi di adeguamento sismico negli ultimi 5 anni, tali lavori hanno interessato solo il 3,1% degli edifici scolastici. Nelle Isole le amministrazioni intervenute sono appena il 27,3%, in particolare in Sicilia, dove sono presenti tutti i 389 edifici scolastici posti in zona sismica 1 e 2 delle Isole. Qui negli ultimi 5 anni sono stati realizzati interventi di adeguamento sismico solo su 2 edifici, uno a Messina e uno a Catania.

In questa strada in salita, a pesare sono anche i ritardi sull’efficientamento energetico, operazione indispensabile anche alla luce del caro energia che non risparmia neanche la scuola. Sebbene a livello nazionale l’81% delle amministrazioni ha dichiarato di aver realizzato interventi per l’efficientamento energetico delle scuole, questi interventi sono stati rivolti solo al 17% degli edifici scolastici, dato che sale al Nord al 21,2% mentre nelle Isole riguarda appena il 5,8% delle suole. Tra gli interventi realizzati: la sostituzione di caldaie, vetri e serramenti, quindi lavori di isolamento delle coperture e delle pareti esterne. Interventi importanti ma che spesso non hanno portato a dei veri e propri miglioramenti in termini di passaggio da una classe energetica inferiore a una superiore. Ad oggi solo il 4,2% delle scuole risulta in classe energetica A, appena il 10,8% nelle prime tre classi energetiche, mentre ben il 74,8% è fermo nelle tre ultime classi energetiche (il 39% in Classe G). Passi in avanti si registrano, invece, sulla presenza di impianti da energia rinnovabile nelle scuole: dal 2011 al 2021 gli edifici scolastici che li possiedono sono passati dal 12,4% al 21,8%. Tuttavia, se si continuasse con la stessa progressione ci vorrebbero almeno altri ottant’anni per avere tutte le scuole con rinnovabili. È il Sud a fare da traino rispetto alle altre aree del Paese, sono infatti ben il 29,4% gli edifici scolatici con impianti, superando quelli del Centro (22%), del Nord (20,6%) e delle Isole (17%).

Interventi e Speciali Fondi Covid: Dati positivi arrivano dagli interventi previsti con gli speciali Fondi Covid per realizzare nuove aule, potenziare i trasporti e la rete internet. 544 le aule realizzate nel 2021, di cui 321 nuove e 223 recuperate da spazi precedentemente non utilizzati. Il 62,5% dei comuni ha adottato misure specifiche per l’organizzazione del trasporto pubblico, con il 32,5% che offre la possibilità di avere il trasporto scolastico gratuito. Inoltre, il 69% dei comuni ha realizzato interventi per potenziare la rete internet per la DAD.

Di fronte a questo quadro, Legambiente lancia oggi un appello al ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara e al Governo Meloni presentando un pacchetto di 10 proposte. Si tratta di interventi da realizzare in tempi brevi partendo dai territori più fragili e con gap infrastrutturale, per una scuola più sicura, inclusiva, innovativa e meno energivora. Per questo l’associazione chiede, in primis, più attenzione verso i territori più fragili individuando modalità alternative di affidamento dei fondi attraverso bandi e dando supporto tecnico e amministrativo agli Enti Locali più in difficoltà; attivare processi di amministrazione condivisa sulla base di patti educativi di comunità e definire un sistema complessivo dei servizi essenziali inerenti l’istruzione e procedere al suo progressivo finanziamento, al fine di superare divari territoriali e assenza di servizi e opportunità.

“Il PNRR può inaugurare una nuova modalità di messa a terra delle risorse, ma non è la soluzione a tutto. Da qui ai prossimi anni – spiega Stefano Ciafani, presidente nazionale di Legambiente – il grande nodo rimane la qualità diffusa delle scuole. I lievi miglioramenti registrati nel 2021 sono troppo lenti e rischiano, in assenza di interventi diffusi e rapidi, di non superare mai il cronico stato di emergenza. Il fattore tempo è determinante ora più che mai, per questo è importante avviare un percorso di rinnovamento e messa in sicurezza per la scuola. È questa a nostro avviso la direzione che si dovrebbe intraprendere, come spieghiamo nelle dieci proposte e nell’appello che abbiamo rivolto al ministro dell’Istruzione e all’Esecutivo Meloni”.

 

“Come raccontiamo in Ecosistema Scuola – spiega Claudia Cappelletti, responsabile ufficio scuola Legambiente – sarà fondamentale pensare alla riqualificazione delle nostre scuole come a un cantiere di rigenerazione urbana, sociale e educativa, condividendo il tutto con la comunità locale che si fa comunità educante, per attuare percorsi condivisi attraverso la coprogettazione sia nei servizi che nella riqualificazione e costruzione di nuove scuole”.

Investimenti: Nel 2021 aumentano gli investimenti in manutenzione straordinaria e ordinaria, soprattutto rispetto al 2019 (ultimo anno prima della pandemia), con maggiori stanziamenti e una maggiore spesa, ad eccezione dei comuni del Centro Italia che vedono una contrazione sia negli investimenti che nella capacità di spesa. Lo stanziamento per la manutenzione straordinaria, a livello nazionale, passa quindi da quasi 28mila euro a edificio del 2019 a circa 34mila euro a edificio del 2021; la spesa effettuata da 15mila a 20mila euro. Per quanto riguarda la manutenzione ordinaria, sono stanziati nel 2021 circa 10mila euro a edificio, con una capacità di spesa di 8,4mila euro a edificio (nel 2019 erano stati rispettivamente 7mila e 6,5mila). In particolare, cresce la spesa delle amministrazioni del Sud che passano da 2mila euro a edificio a 7mila euro.

Servizi scolastici: In crescita nel 2021 il servizio di scuolabus che passa da circa il 20% di scuole servite nel 2020 al 24% nel 2021 con importanti incrementi percentuali anche al Sud, dal 15,3% del 2020 all’attuale 31,7% e nelle Isole, dal 12% al 16,6%. Sul fronte mensa scolastica, se a livello nazionale le mense sono presenti nel 75,3% degli edifici scolastici, al Nord le troviamo nell’ 89,8%, al Centro nel 76,8%, al Sud nel 56,2, nelle Isole solo nel 38,3%. Anche in risposta alla crisi economica, il 96,5% dei comuni garantiscono l’accesso al servizio mensa alle famiglie a basso reddito: la percentuale di gratuità più alta rispetto ai beneficiari nelle Isole (27,4%) e al Sud (17,6%), mentre al Centro e al Nord rispettivamente al 10% rispetto ad una media nazionale del 12,2%. Per quanto riguarda le palestre, solo il 51,9% degli edifici scolastici ne è dotato. Spazi che a loro volta solo per il 56,4% restano aperti anche in orario extrascolastico, quindi a beneficio del territorio. Inoltre, ben il 24,4% degli impianti necessita di interventi di riqualificazione urgenti.

Buone pratiche: Infine il report Legambiente segnala anche alcune buone pratiche suddivise in quattro categorie. Per la prima categoria “scuole nuove”, si citano due edifici scolastici di Rimini, il plesso Montessori e il plesso Luigi Ferrari, entrambi costruiti secondo i principi della sostenibilità Ambientali. Per la seconda categoria “Efficienza energetica”, tra gli esempi quello del comune di Pescara che ha stanziato fondi per intervenire con opere di isolamento termico e efficientamento energetico in 10 scuole tra infanzia e primarie. A San Nicola da Crissa, in Calabria, è nata ed è stata inaugurata in questi giorni la Comunità energetica rinnovabile e solidale “Critaro”, composta dal Comune e 30 famiglie, che vede un sistema di accumulo e pannelli fotovoltaici sopra il tetto della Cittadella scolastica “Domenico Carnovale” (infanzia, primaria e secondaria di primo grado) che distribuisce energia alle adiacenti case popolari.

Per la categoria “Mobilità scolastica e percorsi casa-scuola”, tra gli esempi citati quelli di Parma (dove su 69 scuole, 35 sono inserite in strade scolastiche, 38 hanno un servizio di scuolabus e 53 vedono attivate linee scolastiche), Ravenna che privilegia le strade scolastiche (16 su 77 scuole) e i servizi comunali di trasporto scolastico oltre ad aver attivato in 5 scuole un sistema di piedibus che coinvolge circa 135 bambini. Bene anche Trento che ha attivato il progetto partecipativo “Bambini a piedi sicuri” e Pesaro con 1.560 bambini in 9 scuole coinvolti in attività di pedibus. Infine, per la categoria “Mense scolastiche”, si segnala Fano, Parma, Cremona, Rimini, Trento e Benevento.

FOCUS DATI PIEMONTESI E VALDOSTANI

Sul territorio piemontese sono stati indagati 462 edifici scolastici, corrispondenti ad una popolazione pari a 120.206 studenti. Nessun istituto è collocato in zona sismica 1 e 2, a differenza della media nazionale (rispettivamente 6,4% e 30,2%). Tuttavia, l’88% è sprovvisto della verifica di vulnerabilità sismica, contro il 63,8% nazionale, obbligatoria per tutti gli edifici scolastici indipendentemente dalla zona sismica nella quale sono situati.

Solamente lo 0,6% degli edifici scolastici è costruito sulla base di criteri di bioedilizia, in accordo con il trend nazionale (0,9%), a testimoniare la necessità di incrementare gli incentivi per un corretto efficientamento energetico. Solo il 10,8% utilizza fonti di energia rinnovabile ed il 17,3% è dotato di certificazione energetica (6,3% in classe A). Tuttavia, riportiamo un 35,9% di edifici soggetti a tali interventi negli ultimi 5 anni (a differenza del 17,1% nazionale).

Per quanto riguarda le certificazioni, fatta eccezione per la prevenzione incendi (44,8%) gli istituti piemontesi mostrano un trend migliore di quello nazionale per superamento delle barriere architettoniche (98,4%), collaudo statico (60,7%) e certificato di agibilità (74,3%).

Ancora troppe le scuole che necessitano di interventi di manutenzione straordinaria, sulla linea del trend nazionale (rispettivamente 31,5% e 30,6%), nonostante negli ultimi 5 anni il 66,4% degli edifici sia stato sottoposto a tali interventi. Le risorse effettivamente spese per questi interventi (una media di 22.235 euro per singolo edificio) rispetto al budget messo a disposizione (43.604 euro per singolo edificio) rispecchiano gli interventi effettuati nel quinquennio. Per la manutenzione ordinaria nell’ultimo quinquennio sono stati stanziati 7.219 euro (media per singolo edificio) quasi interamente spesi. Sono stati inoltre stanziati fondi regionali per l’edilizia scolastica pari a 304.645 euro (media per edificio) ma, sul totale degli edifici scolastici indagati, solamente lo 0,8% ne ha beneficiato.

Trend positivo e superiore alla media nazionale per quanto riguarda i servizi e le buone pratiche adottate dalle scuole. Alta la presenza di impianti sportivi agibili (98,6%) e classi a tempo pieno (62,6%). Buoni i risultati anche per i Comuni che finanziano servizi di pre e post scuola (42,9%), i progetti educativi (85,7%) e le iniziative per gli under 14 (57,1%), tuttavia solo una piccola percentuale dei servizi finanziati viene effettivamente realizzata all’interno degli istituti (16,9% per pre e post scuola). Sicuramente da migliorare la sicurezza stradale: solo l’1,6% degli edifici piemontesi offre servizi di pedibus o percorsi sicuri casa-scuola, l’1,5% presenta piste ciclabili limitrofe all’edificio, il 1,8% è posto all’interno di isole pedonali, il 6% in zona ZTL e il 5,3% in zona 30.

Quasi la totalità degli istituti piemontesi possiede la mensa (97,4% contro il 75,3% nazionale), caratterizzata da un’elevata attenzione alla qualità dei prodotti serviti. La quasi totalità delle mense indagate serve prodotti biologici, a km 0, prevede menù alternativi per motivazioni culturali e religiosi e serve pasti con prodotti DOP, IGP ecc. Il 62,5% degli istituti prevede il recupero degli alimenti non somministrati a favore di organizzazioni no profit. Molto al di sotto della media nazionale invece il trend legato alla raccolta differenziata.

Infine sottolineiamo una sensibilità molto forte rispetto al rischio ambientale. La totalità degli edifici scolastici piemontesi è stata monitorata per la presenza di amianto, accertata solamente nel 16,1% dei casi. L’83,3% degli edifici è stato monitorato per la presenza di radon, assente in tutti i casi.

All’indagine di Ecosistema Scuola hanno partecipato anche 18 istituti valdostani. In molti campi il trend è simile a quanto riportato dagli istituti piemontesi: nessun edificio posto in zona sismica ma quasi la totalità (94,4%) senza verifica di vulnerabilità; certificazioni sopra al trend nazionale tranne per la prevenzione incendi (20% contro il 51,4% nazionale); servizi scolastici sopra alla media per quanto riguarda aree verdi e/o giardini interni, attenzione alla somministrazione in mensa di prodotti biologici e a km 0, attenzione ad una corretta raccolta differenziata. Fotografia migliore rispetto alla media nazionale per quanto riguarda la percentuale d’istituti che necessitano di interventi di manutenzione straordinaria (11%). Negli ultimi 5 anni solo il 27,8% degli istituti valdostani indagati è stato oggetti di tali interventi, contro il 59,3% nazionale. Nello stesso quinquennio sono stati spesi la totalità dei fondi stanziati per interventi straordinari (media di 5.333 euro per singolo edificio). Infine, sul fronte energetico la totalità degli edifici possiede la certificazione energetica, tuttavia la maggior parte è collocato in classe D. Risulta evidente come anche sul territorio valdostano siano necessarie politiche rivolte ad un migliore ed efficace efficientamento energetico anche in campo scolastico.

“Il mondo scolastico piemontese e valdostano si conferma anche quest’anno virtuoso per quanto riguarda l’attenzione al rischio ambientale, ai servizi extrascolastici e alle buone pratiche di sostenibilità – dichiara Federica Sisti, membro della commissione di Legambiente Scuola e Formazione – Gli istituti hanno investito molto sulla scelta di prodotti di qualità e la riduzione degli sprechi alimentari nelle mense, sui servizi di pre e post scuola, sulla presenza di aree verdi e limitatori del traffico in prossimità e all’interno degli istituti. Molto è stato fatto anche sul fronte della mobilità scolastica, soprattutto a seguito dell’emergenza sanitaria Covid-19. Tuttavia, dobbiamo mantenere alta la guardia e richiedere alle istituzioni maggiori investimenti sulla manutenzione straordinaria e la messa in sicurezza degli edifici scolastici, concentrandosi sulle aree a maggior fragilità strutturale e sociale come le aree interne e le periferie urbane.”

 

Il report completo su https://www.legambiente.it/wp-content/uploads/2023/01/Ecosistema-Scuola_2023.pdf

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