A rischio i servizi scuolabus attualmente gestiti e sostenuti dai Comuni. Legambiente si appella ai parlamentari piemontesi
Il Piemonte rischia di pagare un alto prezzo, dal punto di vista ambientale e di minori servizi, a seguito della legge 63 del 2017 e del successivo pronunciamento della Corte dei Conti che stabilisce che i servizi scuolabus non possano essere sovvenzionati o erogati gratuitamente attraverso risorse comunali e che, anzi, le spese debbano essere integralmente coperte dalle famiglie.
“Il rischio è che da settembre, con la riapertura delle scuole, i servizi attualmente gestiti e sostenuti dai Comuni non possano essere garantiti o che abbiano costi non accessibili e che le famiglie siano quindi portate, soprattutto nei piccoli centri e nei territori montani dove non sono presenti servizi di trasporto pubblico alternativi, ad utilizzare il proprio mezzo privato con un impatto ambientale ed economico non trascurabile. Questi effetti rischiano di essere ancor più evidenti nella nostra regione in cui l’aria è già irrespirabile e dove si concentra un grandissimo numero di piccoli Comuni -dichiara Fabio Dovana, presidente di Legambiente Piemonte e Valle d’Aosta-. Per questo facciamo appello ai parlamentari piemontesi affinché si adoperino per una soluzione in tempi rapidi che permetta ai Comuni di poter continuare a decidere di sostenere le famiglie contribuendo alla spesa per gli scuolabus e al tempo stesso di garantire il diritto di accesso all’istruzione”.
Le preoccupazioni dell’associazione sono confermate dai dati dell’ultima indagine Ecosistema Scuola di Legambiente che fotografano una situazione già oggi critica che rischia di peggiorare ulteriormente: a livello nazionale emerge infatti una significativa diminuzione dal 2012 ad oggi dei servizi scuolabus passati dal 30% al 23% circa, rendendo il trasporto scolastico sempre più appaltato alle famiglie, incentivate così all’uso del mezzo privato a danno della sostenibilità ambientale e della salubrità dell’aria.