Legambiente Piemonte e Valle d'Aosta

Rifiuti: “Chiamparino blocchi con noi gli inceneritori previsti da Renzi”

Manifestazione sotto il palazzo della Regione Piemonte

“L’ipotesi di nuovi inceneritori prevista dall’articolo 35 dello Sblocca Italia è da rispedire con forza al mittente. Su questo speriamo di avere il presidente Chiamparino al fianco della vasta coalizione di cittadini che chiedono una gestione dei rifiuti basata sulla riduzione a monte dei rifiuti e su una raccolta differenziata spinta”. E’ questo il messaggio lanciato dagli ambientalisti durante la manifestazione organizzata sotto il palazzo della Regione Piemonte in piazza Castello a Torino. L’iniziativa, promossa da Zero Waste Italy e da un ampio cartello di associazioni ambientaliste, è stata indetta alla vigilia della Conferenza Stato-Regioni in cui dovrebbe essere approvato il decreto attuativo dell’articolo 35 del decreto Sblocca Italia che autorizza 12 nuovi inceneritori nel Paese e che prevede che lo Stato pianifichi sulla gestione dei rifiuti, ponendo il veto anche su delibere e atti degli Enti Regionali.

“Palazzo Chigi –hanno sottolineato i promotori- fa finta di non vedere che ancora una volta manca l’oggetto del contendere, e cioè i quantitativi di rifiuti. Sfidiamo chiunque a garantirsi le quantità di rifiuti da bruciare previste nella bozza di decreto ed è impossibile non tener conto dell’aumento inesorabile delle quantità avviate a riciclo, oltre che di quelle oggetto delle inevitabili politiche di prevenzione. I quantitativi da bruciare in nuovi impianti sono sovrastimati dal governo perché sono calcolati su un obiettivo del 65% di raccolta differenziata già ampiamente superato in diverse regioni (a partire da Veneto, Friuli Venezia Giulia, Marche). Tra l’altro già oggi gli impianti da poco costruiti sono in grande difficoltà perché grazie alle raccolte differenziate domiciliari e la tariffazione puntuale non hanno più i rifiuti dal territorio che li ospita e sono costretti a cercarli da altre regioni. Lo stanno facendo utilizzando proprio l’articolo 35 dello Sblocca Italia che smonta il condivisibile principio di prossimità, moltiplicando i viaggi dei rifiuti urbani da una parte all’altra del Paese, e permette anche di ri-autorizzare gli impianti sul carico termico massimo, aumentando i quantitativi di rifiuti da bruciare. Insomma sull’incenerimento il governo dà veramente i numeri”.

Un decreto che per le associazioni è “il frutto della sommatoria delle singole richieste delle aziende di gestione dei rifiuti, soprattutto delle multiutilities del Nord, che ancora non hanno capito che in questo Paese il vento è cambiato e che non c’è più spazio per nuovi inceneritori. Ci sarebbe invece bisogno di tanti impianti che non ci sono e che servirebbero ai cittadini e alle loro tasche. Serve realizzare, soprattutto nel Centro-Sud, gli impianti per trattare l’organico differenziato, che purtroppo continua a viaggiare quotidianamente su gomma per diverse centinaia di chilometri, spendendo inutilmente soldi in inquinanti trasporti e consumando gasolio. Serve costruire una rete capillare di impianti per massimizzare il riciclaggio (ecodistretti, fabbriche dei materiali, etc). Tutti impianti -ricordano le associazioni- alla base della legge di iniziativa popolare “Rifiuti zero, curiosamente ferma in Commissione Ambiente della Camera dei deputati, mentre il Governo spinge sull’incenerimento”.

I promotori della manifestazione hanno consegnato al presidente della conferenza Stato-Regioni Chiamparino un documento tecnico-legale da utilizzare per impugnare l’articolo 35 del decreto Sblocca Italia augurandosi che un consistente numero di governatori si opponga al decreto “che porterebbe ad un unico risultato: lo stallo totale, che farebbe felici ancora una volta i tanti signori delle discariche che continuano a fare soldi e governare il ciclo dei rifiuti grazie alle inesistenti politiche di settore”.

 

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