
Legambiente: “Nonostante tutto, esprimiamo la soddisfazione per la sentenza: è stata riconosciuta la responsabilità per una ferita ancora aperta sul territorio di Casale Monferrato”.
Stephan Schmidheiny, magnate svizzero e unico imputato nel processo Eternit bis, è stato condannato a 9 anni e 6 mesi di reclusione per omicidio colposo. Lo ha deciso oggi, giovedì 17 aprile, la Corte d’Assise d’Appello di Torino che lo ha assolto per 28 casi a cui se ne sono aggiunti 27 andati in prescrizione. Dei 147 casi del primo grado sono rimasti 92 morti per cui è stato condannato in Appello.
“Legambiente esprime, nonostante tutto, soddisfazione per la sentenza della Corte D’assise di Torino – dichiarano Stefano Ciafani, Presidente di Legambiente Nazionale, Alice De Marco, Presidente di Legambiente Piemonte e Valle d’Aosta e Vittorio Giordano, Presidente del Circolo Legambiente Verdeblu di Casale Monferrato – E’ stata riconosciuta la colpa, la corresponsabilità dell’imputato per le morti per mesotelioma, la corresponsabilità per una ferita ancora aperta sul territorio casalese. Ancora oggi si muore per mesotelioma legato all’esposizione all’amianto, a Casale ma non solo”.
A Casale Monferrato Legambiente ha organizzato lo scorso 27 novembre la prima tappa della campagna nazionale “Ecogiustizia subito – In nome del Popolo inquinato” (https://www.legambiente.it/campagne/ecogiustizia-subito/) , in collaborazione con Libera, Agesci, Acli, Azione Cattolica e Arci, con cui chiedeva azioni urgenti per le bonifiche dei SIN e SIR nazionali (per le quali è stato firmato un “Patto di Comunità” da Enti locali ed Associazioni del territorio) e che fosse rispettato il principio “chi inquina paga”.
“La sentenza va nella direzione auspicata – continuano Ciafani, De Marco e Giordano – pur nella limitatezza delle pene erogate: oltre alla condanna detentiva, infatti, sono stati riconosciuti 5.000.000 € al Comune di Casale M.to e 500.000 € allo Stato Italiano”.