Legambiente presenta Ecosistema Scuola, dossier annuale sulla qualità dell’edilizia e dei servizi scolastici. Il 32,6% delle scuole ha bisogno di interventi di manutenzione urgente. Verbania (4°) guida la graduatoria della qualità dell’edilizia scolastica piemontese, seguita da Biella (6°), Asti (18°), Torino (22°)
La “buona scuola” ha bisogno di un cambiamento vero. I primi timidi passi avanti arrivati con la pubblicazione dell’attesa anagrafe scolastica, che Legambiente chiedeva da oltre 15 anni, e lo stanziamento da parte del Governo di maggiori fondi per la manutenzione e la messa in sicurezza degli edifici, di certo rappresentano un buon inizio ma non bastano. Per Legambiente sono ancora tante le questioni da affrontare: tre scuole su quattro in Piemonte sono state edificate prima del ’74, anno di entrata in vigore della normativa antisismica, un patrimonio quindi vetusto che per l’80,9% ha ricevuto interventi di manutenzione negli ultimi 5 anni, ma tuttavia una scuola su tre, il 32,6% del totale, necessita ancora di interventi urgenti. Sono i dati che emergono dal XVI Rapporto Ecosistema Scuola, l’indagine annuale di Legambiente sulla qualità dell’edilizia scolastica, delle strutture e dei servizi scolastici della scuola dell’infanzia, primaria e secondaria di primo grado di 96 capoluoghi di provincia.
“Nell’ottica della riqualificazione complessiva del sistema di istruzione –dichiara Francesca Gramegna, direttrice di Legambiente Piemonte e Valle d’Aosta– va concepito il grande cantiere diffuso dedicato all’edilizia scolastica, su cui l’attuale Governo si sta impegnando, che deve vedere però una programmazione continua e puntuale per un adeguamento graduale degli edifici scolastici su tutti i territori su quattro obiettivi convergenti: sicurezza, sostenibilità, innovazione e funzionalità didattica degli spazi di apprendimento, in modo che la stessa scuola come è fatta e organizzata indichi stili di vita e modalità di relazione che vadano a costruire una parte implicita e strategica del curricolo formativo. Dobbiamo essere in grado di promuovere alleanze sui territori per costruire percorsi politici che vadano a determinare una nuova governance legata all’istruzione e alla formazione, dalla qualità dell’edilizia alla rete dei presidi scolastici, dall’attuazione delle reti territoriali per l’apprendimento permanente al riconoscimento del ruolo dell’educatore non formale. Queste questioni –prosegue Gramegna- necessitano di una visione ecologica e sistemica e non di una trattazione a compartimenti stagni, di cui la politica è ancora succube. Perché occuparsi di ambiente è tutt’uno che occuparsi di pace, di immigrazione, di coesione sociale, di parità di genere, di qualità dell’istruzione, di lavoro, di economia, di politica”.
In Piemonte è in leggera diminuzione il dato sulla manutenzione ordinaria che presenta una media di investimenti per scuola di 3.635 euro a fronte degli 3.857 dell’anno precedente. Sono invece quasi raddoppiati nell’ultimo anno gli investimenti per la manutenzione straordinaria: dai 13.167 euro medi per istituto scolastico del 2013 ai 21.864 del 2014. Il dato si riflette positivamente sulla diminuzione della necessità di manutenzione urgente che passa per le scuole piemontesi dal 43,5% al 32,6%.
Per quanto riguarda i servizi e le buone pratiche il Piemonte si distingue sul fronte della raccolta differenziata che viene effettuata in quasi tutte le scuole dei Comuni capoluogo per quanto concerne plastica, organico e carta, con dati di eccellenza anche per gli altri materiali (vetro, alluminio, toner e pile). Biella, Torino, Verbania, le città dove vengono differenziati tutti i materiali nelle scuole. Nel 93,8% delle mense scolastiche piemontesi vengono serviti pasti biologici, la media di prodotti bio nei pasti è del 44,3%, 7 punti sotto il dato medio nazionale, con Verbania che tuttavia arriva all’80% mentre Asti e Cuneo al 70%. Luci e ombre per la mobilità casa-scuola: 6,4% le scuole che usufruiscono del servizio di pedibus contro il 5,9% della media nazionale, 48,2% dello scuolabus contro il 25,8%, mentre sono solo il 3,5% quelle con piste ciclabili nelle aree antistanti contro il 9,5% a livello nazionale. Gli impianti di energia rinnovabile sono ancora poco presenti nelle scuole piemontesi, sono solo il 7,2% a beneficiarne mentre a livello medio nazionale si raggiunge il 14,3%. I dati sulle certificazioni di collaudo statico, agibilità, certificazione igienico-sanitaria, impianti elettrici a norma e requisiti di accessibilità sono tutti sopra la media nazionale, sotto risulta quello relativo alla certificazione antincendi. Verbania la città con tutte le scuole a norma, Torino quella che mediamente investe di più in manutenzione straordinaria, Novara e Cuneo in ordinaria. Tutti i Comuni copoluogo, infine, hanno realizzato il monitoraggio dell’amianto, con il 17,4% di edifici con casi certificati (oltre 7 punti sopra il dato nazionale) e lo 0,2% di casi sospetti.
A guidare la graduatoria nazionale della qualità dell’edilizia scolastica anche quest’anno sono le città del Nord con Trento in prima posizione seguita da Reggio Emilia (2º) e Forlì (3º). In quarta posizione di trova Verbania, primo capoluogo piemontese in classifica seguito da Biella (6º) e Asti (18º). Se nella prima quindicina di posizioni della classifica si trovano principalmente città medie e piccole, tra le città metropolitane Torino è seconda solo a Firenze piazzandosi al 22° posto. A seguire Vercelli (37º), Cuneo (42º), Alessandria (46º), Novara (50º).
Il XVI rapporto Ecosistema Scuola è consultabile su:
http://www.legambiente.it/sites/default/files/docs/ecosistema_scuola-xvi_rapporto.pdf