In una Regione che, secondo gli ultimi dati ufficiali, non raggiunge gli standard di legge previsti per il 2012 (65% di raccolta differenziata), parlare di potenziare lo smaltimento è un controsenso e ci espone a sanzioni europee.
ConfServizi ha recentemente lanciato l’allarme secondo cui dal 2025 “non ci sarà più spazio nelle discariche” piemontesi, invitando alla costruzione di nuovi impianti di incenerimento.
Invito raccolto dall’Assessore Regionale Matteo Marnati che annuncia che discuterà con la nuova amministrazione torinese di un aumento della capacità di trattamento dell’impianto del Gerbido, con l’aggiunta di una nuova linea.
La posizione di Legambiente Piemonte e Valle d’Aosta è chiara: nessun nuovo impianto di incenerimento!
“Gli ultimi dati ufficiali ISPRA dicono che la Regione Piemonte ancora non ha raggiunto il target di legge del 65% di raccolta differenziata che le norme imponevano entro il 31/12/2012 e che con il suo 63% è la regione del Nord Italia con la percentuale più bassa – Afferma Giorgio Prino, presidente di Legambiente Piemonte e Valle d’Aosta – Inoltre esistono ampie sacche di inefficienza quali la città di Torino, che da poche settimane ha raggiunto il 50% di RD e la Provincia di Alessandria ferma al 57%. Pianificare la costruzione di nuovi impianti sui dati di produzione odierni mette una fortissima ipoteca sullo sviluppo della gestione dei rifiuti in termini sostenibili. La città di Torino è un chiaro esempio di quanto la presenza di un impianto sia deleterio per lo sviluppo della raccolta differenziata”.
“I quattro anni che ci separano dalla presunta emergenza – continua Giorgio Prino – vengano utilizzati per lavorare, in accordo con la normativa europea, su riduzione, riuso e raccolta differenziata. Lo stesso Piano Regionale Di Gestione Dei Rifiuti indica al 2025 come obiettivo il 70% di raccolta differenziata ed una produzione di 420 kg per abitante all’anno. E come sempre si tratta di risultati minimi. In quattro anni, volendolo fare, si può andare ben oltre e lo stesso Piano regionale indica chiaramente la strada per perseguire risultati di eccellenza: raccolta porta a porta e tariffazione puntuale. La metodologia che, anche secondo AGCM (IC 49 2016), garantisce risultati di eccellenza in termini di performances ambientali, economiche e occupazionali”.
Se il Piemonte raggiungesse gli obiettivi del suo Piano Regionale al 2025 ci troveremmo a gestire 520.000 tonn/anno di RSU, per i quali sarebbe ampiamente sufficiente l’impianto del Gerbido.
Obiettivi regionali che, come denunciato da Legambiente alla sua approvazione sono comunque molto timidi e comunque inferiori ai risultati già ottenuti nel 2019 da Lombardia, Trentino Alto Adige, Veneto e Friuli Venezia Giulia.
“Rifiuti Zero, Impianti mille” è uno dei claim che hanno animato l’ultimo congresso nazionale di Legambiente. Ma gli impianti siano quelli di recupero e valorizzazione dei materiali riciclabili. E che siano fatti bene, che abbiano la capacità corretta, e che siano posizionati nel rispetto del principio di prossimità, evitando di movimentare per lunghe tratte autotreni carichi di rifiuti.