Legambiente Piemonte e Valle d'Aosta

Legambiente sul sequestro di cuccioli di cani e gatti nel torinese 

Le indagini proseguano per smascherare l’intero sistema illegale”

Le zoomafie fanno affari anche in Piemonte: 90 infrazioni, 58 persone denunciate e 40 sequestri nel solo 2011

Sono stati sequestrati ieri nel torinese una quarantina di cuccioli di cani e gatti stipati in un furgone, malnutriti e disidratati. I poveri cuccioli, forse importati abusivamente dall’Est Europa, sarebbero stati destinati al mercato degli animali d’affezione. Al momento, a quanto è noto, è stato denunciato solo il conducente del mezzo, ma a lucrare sulla pelle dei poveri cuccioli è sicuramente presente una rete di allevatori, trasportatori, commercianti e veterinari complici del reato.

“Ci auguriamo che le indagini portino a smascherare anche le altre persone coinvolte nel traffico di animali affinché l’intero sistema illegale venga azzerato -commenta Fabio Dovana, presidente di Legambiente Piemonte e Valle d’Aosta-. Purtroppo però i reati penali contro gli animali sono più frequenti di quanto si possa immaginare. Nel solo 2012 le forze dell’ordine hanno registrato in Italia 7.974 reati, quasi 22 al giorno, con 6.900 persone denunciate e otto arresti. Nel solo Piemonte, con un trend in crescita rispetto al 2011, si sono accertate 90 infrazioni, 58 persone denunciate e 40 sequestri effettuati. E’ necessaria un’inversione di rotta che consenta di contrastare in modo efficace il traffico illecito realizzato sulla pelle degli animali. Sono necessari più controlli e una significativa azione su tutti gli aspetti che ruotano intorno ad un corretto rapporto con gli animali d’affezione e su questo le Istituzioni possono fare moltissimo in sinergia con le associazioni di protezione ambientale”.

La legge che punisce il traffico illecito di animali da compagnia è recente (2010) e prevede la reclusione e multe ingenti per chi é coinvolto ma c’è bisogno anche di trovare e mettere in atto strumenti idonei per il controllo e le indagini che sono sicuramente complesse dato che la filiera di questi reati si ramifica in diversi Paesi e si appoggia anche su una rete di istituzioni compiacenti.

“Anche nel caso di Rivalta -dichiara Rossana Vallino, responsabile del settore Altri Animali di Legambiente Piemonte e Valle d’Aosta– é auspicabile che non ci si fermi al giusto arresto del conducente ma che si indaghi su qual’era la destinazione dei cuccioli per sapere chi era pronto al loro sdoganamento con libretti sanitari e microchip ad hoc. Casi di cronaca come questo possono poi essere uno spunto per avviare un ragionamento più ampio sugli animali d’affezione. Purtroppo, come in molti altri casi, anche nel caso dei cuccioli si tratta della regola della domanda e dell’offerta. Finchè ci saranno persone che vogliono ad ogni costo il cucciolo, lo vogliono di razza, lo acquistano come un qualsiasi oggetto e a basso prezzo, questo traffico troverà terreno fertile”.

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