A bordo del Treno Verde gli Ambasciatori del territorio del Piemonte e della Valle d’Aosta. Legambiente: “Le regioni si impegnino a far emergere, consolidare, formare le pratiche di agricoltura sociale del territorio e investano in politiche di ricerca e innovazione per rafforzare e offrire assistenza tecnica a chi coltiva con metodi biologici”. Alle ore 17 l’incontro “Le nuove frontiere dell’agricoltura tra fattorie didattiche, orticoltura sociale e commercio equo”
Esempi di innovazione e tradizione con produzioni di alta qualità per il Piemonte e la Valle d’Aosta: dal miele, ai formaggi, dal grano al vino. E ancora frutta, ortaggi, carni. Tutto coltivato e prodotto con metodi biologici e con varietà tradizionali da aziende e cooperative che hanno scelto di innovare il loro processo di produzione e trasformazione rispettando la biodiversità dei luoghi, l’ambiente e la qualità delle materie prime, con una grande attenzione verso il sociale.
Sono queste alcune delle eccellenze della produzione agricola di qualità del Piemonte e della Valle d’Aosta consegnate al Treno Verde dagli Ambasciatori del Territorio che questa mattina hanno inaugurato la tappa di Cuneo del convoglio ambientalista (in sosta al binario 1 fino a giovedì). Prodotti, ma soprattutto storie ed esperienze che accompagneranno il viaggio 2015 della storica campagna nazionale di Legambiente e Gruppo Ferrovie dello Stato dedicato all’agricoltura e all’alimentazione in vista di Expo Milano, l’esposizione universale su alimentazione e nutrizione in programma dal primo maggio nel capoluogo lombardo.
Gli Ambasciatori del Territorio, iniziativa promossa da Legambiente e Alce Nero, ha avuto per protagonisti agricoltori, realtà agricole, pescatori che producono nel rispetto del patrimonio ambientale, sociale e culturale dei loro territori. Insieme a loro Legambiente ha presentato il suo Manifesto della Nuova Agricoltura, firmato questa mattina anche dal vicesindaco di Cuneo Luca Serale. Con loro Legambiente ha, inoltre, lanciato il “Progetto Conversione”, una sfida che si pone come obiettivo quello di aumentare le produzioni biologiche in Italia nei prossimi 6 anni, estendendole dal 10 al 20 per cento della superficie agricola entro il 2020, liberando una vasta porzione di territorio italiano dai pesticidi.
“Le esperienze che raccontiamo oggi a bordo del Treno Verde sono i rappresentanti di una Nuova Agricoltura sostenibile che è già̀ all’opera anche in Piemonte e Valle d’Aosta – dichiara Laura Brambilla, portavoce del Treno Verde –. Esperienze virtuose che possono e che devono giocare un ruolo chiave nella lotta al consumo di suolo, nella mitigazione degli effetti ai cambiamenti climatici, nel rilancio dell’economia del Paese, nello sviluppo di un’economia verde creando nuova occupazione. Un’agricoltura che può destare impegno professionale e passione nei giovani, riportandoli a questo antico mestiere, che richiede professionalità e cultura adeguata all’altezza delle sfide e che può garantire cibo buono e salute, tutela delle risorse naturali e della varietà genetica, tutela dei saperi e dei sapori che rendono unico e irripetibile ogni territorio italiano, ospitalità, bellezza del paesaggio. Per questo riteniamo necessario che le regioni investano sempre più in politiche di ricerca e innovazione per rafforzare e offrire assistenza tecnica a chi coltiva con metodi biologici”.
“Il nostro territorio è pieno di persone che credono nel lavoro non solo come fonte di reddito individuale, ma come elemento fondante di una società più giusta, più coesa e sostenibile. Le tante esperienze di agricoltura sociale che presentiamo oggi, partendo da una pratica puntuale, consentono infatti di diffondere comportamenti e sensibilità utili per ripensare, in modo più ampio, i principi di funzionamento delle comunità locali – dichiara Francesca Gramegna, direttrice di Legambiente Piemonte e Valle d’Aosta -. Tuttavia ad oggi non esistono dati e informazioni che consentano di quantificare con certezza il fenomeno dell’agricoltura sociale e le stime effettuate oscillano tra le 1.000 e le 2.000 realtà tra imprese, cooperative e associazioni di vario tipo a livello nazionale, mentre in Piemonte e Valle d’Aosta si parla di appena 33 realtà complessive. Le regioni si devono impegnare a far emergere, consolidare, formare le pratiche di agricoltura sociale sul territorio attraverso progettualità mirate e coordinate e, allo stesso tempo, favorire il moltiplicarsi di realtà di questo tipo. Sarebbero infatti utili politiche ed atti di indirizzo che consentano di praticare percorsi di innovazione sociale, e che assicurino reti di protezione sociale coerenti con i bisogni delle persone e con lo scenario economico e sociale in atto. In generale, l’agricoltura sociale non ha bisogno di nuovi strumenti di intervento quanto, piuttosto, necessita di un’integrazione dei molti strumenti esistenti”.
Sempre oggi, alle ore 17, inoltre, a bordo della quarta carrozza del Treno Verde si terrà l’incontro “Mani a terra! Le nuove frontiere dell’agricoltura tra fattorie didattiche, orticoltura sociale e commercio equo”. Si confrontano: Azienda Agricola Cascina Zumaglia e associazione Germogli di gioia (fattoria didattica e spazio bimbi “Il baco da seta”); Parco fluviale Gesso e Stura (orto didattico); Slow Food (orti in condotta); Libera e commercio equo; Donne in Campo; Z di zappa (orti e foresta urbani).
Ecco gli Ambasciatori del Territorio del Piemonte e della Valle d’Aosta che viaggeranno a bordo del Treno Verde
- APIARI DEGLI SPEZIALI, Novi Ligure. Dal 1980 Francesco Panella è apicoltore professionista. Oltre 800 alveari tra la provincia di Alessandria e l’Appennino ligure, produce miele di acacia, millefiori, girasole, castagno e melata di metcalfa. E’ il presidente di Unaapi dal 1996. I suoi “piatti apistici” vanno dal semplice pane spalmato con abbondante miele di castagno o di agrumi, al Gorgonzola naturale, l’Arborinato di caprino e il Castelmagno abbinati a miele di castagno appenninico o miele di corbezzolo
- AGRIBIO – Cissone (CN). È un’associazione di produttori e consumatori biologici e biodinamici e opera nel settore dell’agricoltura biologica e biodinamica dal 1991. L’associazione nasce riunendo le esperienze e le realtà di alcune associazioni che già operavano sull’agricoltura biologica a livello locale per dare loro un risvolto, un’operatività e una rappresentanza a livello regionale e per dare vita a servizi di sostegno e promozione all’intero settore.
- LA TERRA CHE RIDE. Dieci aziende di agricoltori bio, riuniti in un collettivo, che rappresentano una nuova forma di approccio alla coltivazione e al commercio di prodotti della terra valdostani e che raduna diverse persone provenienti da diversi paesi della regione. Di fronte all’impossibilità di costruire il loro mercatino di vendita diretta, si sono appoggiati ad un privato che li ospita nel giardino del suo agriturismo.
- AZIENDA AGRICOLA CASCINA DI FRANCIA, Moncrivello (Vercelli). Azienda relativamente piccola, ma molto diversificata, capofila di altre piccole aziende biologiche, che nella zona collinare al confine fra la provincia di Vercelli e quella di Torino praticano la rotazione delle proprie colture biologiche producendo ogni tipo di ortaggi e di frutta, dai cavolfiori ai fagioli, ai lamponi e all’uva, e che provvedono alla preparazione di derivati bio come i succhi, le salse e il vino.
- AZIENDA AGRICOLA BELVEDERE, Bianzé (Vercelli). L’azienda coltiva i terreni di Cascina Belvedere da oltre ottant’anni ed ha associato l’esperienza della tradizione storica alla volontà di utilizzare il metodo biologico in tutta quella porzione di territorio dove può avere l’acqua per l’irrigazione in modo diretto. Particolarmente apprezzabili le loro produzioni biologiche di riso Carnaroli classico, ma anche quelle originali e gustose di Nerone e di Essenza, sempre rigorosamente bio
- DIEGO PAGANI, Gattico (NO). Apicoltore professionista, biologico. E’ presidente di Conapi, Consorzio Nazionale Apicoltori che conta 230 soci, in forma singola e associata. Conapi rappresenta oltre 600 apicoltori, donne e uomini, dal Piemonte alla Sicilia, tutti impegnati a realizzare un’apicoltura di qualità, rispettosa delle api, quindi, dell’ambiente e sostenendo in modo determinante un’agricoltura sana. Quasi metà dei soci ha intrapreso al strada del biologico: Conapi è il più importante produttore di miele biologico in Italia.
- CASCINA DEGLI ULIVI, di Novi Ligure. Azienda multifunzionale: 22 ettari di vigneto, 10 di seminativi con rotazione tra frumento tenero e foraggi, un ettaro di orto, un migliaio di piante da frutto e un allevamento di bovini, nonché un piccolo allevamento di animali da cortile. Nei vigneti viene praticato il sovescio di erbaio composto a filari alterni e i trattamenti si limitano all’uso di moderatissimi quantitativi di rame solfato (meno di due kg/ha annuo) e zolfo. Coltivano grani di antiche varietà.
- AZIENDA AGRICOLA LATZA (Bionaz). L’azienda agricola “LA TZA”, ubicata a 1765 m.s.l.m. nel Comune di Bionaz, svolge l’attività di allevamento di capre di razza camosciata delle alpi, trasforma direttamente in azienda il latte munto dai propri animali producendo formaggi freschi e stagionati di capra. Gli animali pascolano sui 6 ha di prati alpini ubicati nell’intorno dell’azienda, mentre nelle giornate piovose e nel periodo invernale soggiornano all’interno della stalla. La filosofia aziendale è quella di creare un’azienda agricola a basso impatto ambientale tra le montagne della Valpelline con un allevamento non intensivo; senza fermenti per la produzione dei formaggi, con riduzione della CO2 e bioedilizia per un edificio energicamente passivo.
- AZIENDA AGRICOLA MOLINIA A BRUSNENGO. Risicoltura naturale. Più che di un prodotto, si tratta di una persona che ha ideato una tecnica, basata sui princìpi dell’agricoltura naturale, e la pratica con successo nella sua azienda. Se è vero che quantitativamente la produzione sarebbe la stessa rispetto alla risicoltura tradizionale (ma con tempi, costi, consumi e inquinamento notevolmente ridotti) allora il riso di Molinia diventa un’alternativa straordinaria. Non da ultimi gli effetti sulla biodiversità: cicogne nere, tarabusi e una volta anche gru, hanno scelto le risaie di Molinia come loro stazione di ritorno dal nord.