Da galleria di sicurezza a galleria di transito. Affondo di Legambiente a Chiamparino e Lupi: “Ora impongano almeno un limite al numero di tir e i pedaggi servano a potenziare la linea ferroviaria esistente”
“Oggi tutte le contraddizioni della politica dei trasporti nazionale e regionale vengono al pettine. Per un decennio ci hanno voluto far credere che la seconda canna del Frejus servisse a mettere in sicurezza la prima. La decisione di oggi della Regione Piemonte che ufficializza la trasformazione della seconda canna del Frejus in galleria di transito non lascia più spazio a dubbi. Si tratta di un vero e proprio raddoppio del tunnel autostradale che non farà altro che incentivare unicamente il trasporto inquinante su gomma a scapito di quello su rotaia. Una scelta paradossale e incoerente che smaschera chi ogni giorno utilizza strumentalmente il tema dello spostamento delle merci da gomma a rotaia per giustificare opere inutili e dannose come la Tav in Valsusa e il Terzo Valico”. E’ netto il giudizio di Federico Vozza, vicepresidente di Legambiente Piemonte e Valle d’Aosta sul parere favorevole espresso dalla Giunta Chiamparino per la trasformazione della galleria di sicurezza del traforo del Frejus in galleria di transito.
Il progetto della “seconda canna” nasce una dozzina d’anni fa dopo l’incidente avvenuto al traforo del Monte Bianco, da cui è scaturita una ricognizione sulla sicurezza di tutte le gallerie stradali e autostradali. Ben presto Legambiente denunciò però come dietro al progetto di “tunnel di servizio” del Frejus, rischiava di celarsi un raddoppio autostradale vero e proprio. Una vicenda che per Legambiente è emblematica della politica dei trasporti alpini italiana: “Per ottenere più sicurezza non è necessario nuovo cemento autostradale, nè l’alta velocità ferroviaria, ma una vera politica che disincentivi il trasporto delle merci su gomma attraverso leve fiscali e tariffarie. Per questo chiediamo a partire dal Frejus un impegno immediato al Governo e alla Regione affinchè, analogamente a quanto avviene in Svizzera e in Francia, venga previsto per i tir un limite massimo di transiti giornalieri e l’applicazione di un pedaggio che serva al miglioramento della linea ferroviaria esistente e a rafforzare il servizio per i pendolari. Una misura che peraltro è già prevista dal Protocollo Trasporti della Convenzione delle Alpi ratificata nel 2012 dal Parlamento italiano”.