“Cambiare le priorità infrastrutturali è un’urgenza. La Regione investa sui treni pendolari, nell’interesse dei cittadini e con vantaggi non solo in termini ambientali ma con ricadute positive sull’occupazione e sul turismo”
Sono 165 mila i pendolari piemontesi che ogni giorno prendono il treno per spostarsi per ragioni di lavoro o di studio. Dal 2011 si è assistito a un calo di circa il 9,5%, una diretta conseguenza dei tagli al servizio ferroviario regionale che dal 2010 ad oggi hanno portato alla soppressione di intere linee con un taglio complessivo del servizio pari all’8,4%. Riattivare le tratte ferroviarie piemontesi chiuse, serve innanzitutto per offrire nuovamente un servizio degno di tale nome ai pendolari. Ma queste tratte rappresentano anche un importante patrimonio paesaggistico e culturale che merita di essere valorizzato e sono un’opportunità preziosa per avviare e incentivare una riconversione sostenibile all’insegna di un turismo di qualità.
Di questo si parlerà oggi pomeriggio ad Asti in occasione del passaggio del Treno Verde in sosta al binario 1 fino a domani, martedì 28 marzo. All’incontro dal titolo “Ferrovie Unesco: sviluppi della proposta per la riapertura delle linee ferroviarie piemontesi sospese” parteciperanno: Federico Vozza, vicepresidente di Legambiente Piemonte e Valle d’Aosta; Paolo Milanesio, staff Assessorato regionale ai Trasporti; Giovanni Currado, amministratore delegato di INFRA.TO; Marco De Vecchi, presidente dell’Osservatorio del Paesaggio Astigiano; rappresentanti delle associazioni dei pendolari.
“Chiediamo alla Regione di invertire finalmente il trend negativo degli ultimi anni che ha visto la chiusura di linee importanti, aumenti vertiginosi delle tariffe e un’emorragia di pendolari – afferma Federico Vozza, vicepresidente di Legambiente Piemonte e Valle d’Aosta –. Occorre aumentare gli investimenti sul trasporto ferroviario pendolare dando tempi certi per la riapertura delle linee tagliate perché puntare sui treni pendolari è nell’interesse dei cittadini, con vantaggi non solo in termini ambientali in una regione che continua a vivere una situazione critica per lo smog, ma anche di attrattività delle nostre città e dei territori, con ricadute positive sull’occupazione e sul turismo”.
Per cambiare questa situazione occorre aumentare l’offerta di treni sulle linee, in particolare in quelle urbane più utilizzate dai pendolari e laddove sono stati cancellati o ridotti i collegamenti in questi anni. Regione e Governo centrale devono poi finalmente comprare treni, come succede in tutti gli altri Paesi europei, cambiando le priorità infrastrutturali. Nel nostro Paese si è investito e si continua a investire su grandi infrastrutture stradali ed autostradali e sull’alta velocità ferroviaria relegando le risorse residue agli interventi sulle linee ferroviarie regionali. Sono i numeri di coloro che prendono il treno ogni giorno a far capire l’importanza di invertire questo processo: 160 mila passeggeri sulle Frecce, 25 mila su Italo, 40 mila su Intercity, oltre 2 milioni e 800 mila sui treni regionali, 2 milioni e 650 mila sulle metropolitane.
Tra le linee chiuse a seguito dei tagli decisi dalla Regione Piemonte quella di Casale Monferrato, con la linea per Vercelli e quella per Mortara. Fino a pochi anni fa da Casale Monferrato si poteva andare a Vercelli in 18 minuti, con diversi collegamenti diretti al giorno, e si poteva andare a Mortara in 25 minuti, anche qui con diversi collegamenti attraverso una linea diretta. Oggi ci vogliono fino a due ore in entrambe le direttrici perché costretti a cambi. In alternativa ci sono i pullman, comunque più lenti del servizio treni che esisteva fino a pochi anni fa.
“Da tempo, insieme ai sindaci e ad altre associazioni, chiediamo la riapertura delle tratte chiuse, prime fra tutte appunto la Asti – Alba, Asti – Casale e Castagnole – Alessandria – dichiara Angelo Porta, presidente di Legambiente Valtriversa -. Parliamo di linee importanti per i pendolari del basso Piemonte, da alcuni anni tagliati fuori dal circuito regionale del trasporto su ferro. È un’occasione che non possiamo perdere, anche per dare slancio ai territori Unesco delle Langhe e il Monferrato”.
A gennaio scorso la Camera dei Deputati ha inoltre approvato in prima lettura il progetto di Legge per l’istituzione di ferrovie turistiche e definisce un primo elenco di tratte ferroviarie da valorizzare. Si tratta di percorsi costruiti tra la fine dell’ottocento e i primi del novecento che, oltre ad attraversare luoghi ricchi di fascino e di storia, conservano, quasi intatti, importanti elementi di archeologia industriale e ferroviaria, ponti e gallerie ancora in eccellenti condizioni statiche, stazioni e magazzini dall’inconfondibile stile ferroviario italiano: infrastrutture che, in un modo o nell’altro, hanno fatto la storia del nostro Paese e che vanno assolutamente tutelati. Tra queste la ferrovia Ceva-Ormea in Piemonte.