Legambiente si costituisce parte civile
È iniziato ieri presso il tribunale di Vercelli con l’udienza preliminare il processo «Eternit bis», che riguarda 392 casi di morte o malattia. L’imputato, a cui i pm vercellesi contestano l’omicidio volontario, è Stephan Scmidheiny, l’ultimo padrone in vita dell’Eternit, la multinazionale dell’amianto che a Casale Monferrato aveva il più importante stabilimento italiano, attivo dal 1907 al 1986. L’accusa mossa è diversa da quella del maxiprocesso, imbastito dal pool di Raffaele Guariniello, dove gli venne contestato il disastro doloso ambientale, reato considerato prescritto dalla Cassazione.
“Nell’area Casalese, così come in altre aree del Piemonte e d’Italia – afferma Giorgio Prino, Presidente di Legambiente Piemonte – abbiamo assistito ad un caso tragico di inquinamento ambientale con effetti disastrosi sulla salute umana. Tra il giugno 1976 e il giugno 1986 almeno 392 persone tra lavoratori e terzi, esposti comunque ad inquinamento da amianto, hanno perso la vita. Un numero puramente indicativo e in continua crescita: di amianto si continua a morire quotidianamente a Casale e nelle zone interessate, vittime di un’azione inquinante di evidente origine antropica, posto che l’asbesto non era presente naturalmente nella configurazione geologica dell’area casalese”.
Legambiente si è costituita parte civile sia come Legambiente Piemonte che come Legambiente Nazionale, nonostante le obiezioni della difesa completamente rigettate dal Giudice.
“Non potevamo non esserci – dichiara Stefano Ciafani, Presidente di Legambiente Nazionale – Eravamo costituiti parte civile nel precedente processo terminato con la prescrizione, saremo convintamente presenti anche in questo. Fin dalla sua nascita Legambiente si occupa di perseguire la salvaguardia e il miglioramento delle condizioni dell’ambiente, cioè il primario bene leso dalle gravi e continuate condotte di reato contestate. Tanto gravi da aver determinato la morte delle centinaia di persone indicate nel capo di imputazione. Tanto continuate che ancor oggi si muore di amianto: Casale Monferrato si contano oltre 2.500 vittime per malattie correlate all’esposizione da amianto, la maggioranza delle quali non aveva mai lavorato all’Eternit. Si contano almeno cinquanta casi all’anno di mesotelioma, un tumore con una incubazione di quarant’anni”.