Con la presentazione pubblica dello studio di fattibilità del collegamento funiviario fra la Val d’Ayas e Breuil-Cervinia è scattata l’operazione di grande mistificazione sulla reale portata della proposta.
I proponenti si sono soffermati sulle caratteristiche del tronco in quota, senza evidenziarne gli aspetti di alterazione paesaggistica in un contesto di assoluta naturalità e, in particolare, sorvolando del tutto sull’impatto enorme che sarebbe generato dal primo tronco con telecabina sull’intera testata di valle e dalla ipotizzata pista di sci fra il Colle superiore delle Cime Bianche e la stazione intermedia. Si è arrivati a dire che una pista di 30 metri avrebbe il merito di convogliare gli sciatori in una fascia ristretta del territorio, quasi fossimo in presenza di frotte di sciatori che percorrono in lungo e in largo un vallone che non è sciabile!
Sul piano economico, si fornisce il costo del solo impianto di risalita e non si fa neppure cenno agli investimenti necessari alla realizzazione della supposta pista nella parte alta del vallone delle Cime Bianche, per quella di rientro fra l’arrivo dell’attuale funicolare a Ciarcerio e la partenza a Frachey, per la creazione di nuovi parcheggi a Frachey e Saint Jacques in sostituzione degli attuali, che sarebbero in buona parte occupati dalla nuova stazione di partenza. Soprattutto non si è parlato degli investimenti necessari per rinnovare gli impianti in scadenza o spesso fermi per vento nei comprensori del Breuil e del Monte Rosa: almeno altri 40 milioni.
Si pensa di aumentare ancora di più il costo dello skipass?
Peraltro, alla richiesta di conoscere quanti siano i giorni di chiusura per vento nessuno dei relatori ha ritenuto di dare risposta.
Insomma, gli incontri con i residenti dei Comuni coinvolti non hanno fornito risposte alle molte incognite che il progetto solleva.
Imbarazzante, poi, l’atteggiamento del sindaco di Ayas, che, tra il serio e il faceto quasi fosse alla presentazione di una serata di cabaret, ha annunciato di essere disposto a sacrificare la straordinaria ricchezza del vallone delle Cime Bianche sull’altare del miraggio dei ricchi dello sci.
Infine, è stato inviato alle famiglie un questionario, un perfetto esempio di tentativo di manipolazione delle opinioni, con le domande poste in modo tale non solo da orientare la risposta, ma da far apparire un’idiozia un’eventuale risposta negativa.
Le domande contengono poi una serie di affermazioni quantomeno inesatte.
Come si fa a parlare di terzo comprensorio sciistico a livello mondiale quando proprio a questo impianto manca la parte sciabile, o di utilizzo estivo: in più, l’intervento bloccherebbe una domanda in forte crescita, di turismo sostenibile, alla ricerca della tranquillità e della natura incontaminata.
Sono solo alcuni esempi di quanto fuorviante sia il modo in cui le domande sono poste. Il questionario, poi, è indirizzato ai capifamiglia, e se ci fossero in famiglia opinioni diverse chi prevale? Si tira a sorte? E questo sarebbe il modo di sentire davvero l’opinione dei cittadini, e di metterli in grado di valutare opzioni diverse?
Abbiamo espresso da subito contrarietà al progetto Cime Bianche. Tanto la presentazione del master plan (che comunque non è stato ancora reso pubblico) che le modalità di coinvolgimento dei cittadini confermano le opinioni che avevamo espresso nell’ottobre del 2014: si tratta di un intervento devastante per l’ambiente, che non porterebbe ulteriore sviluppo, e che si vuol far accettare a tutti i costi ai cittadini, anche cercando di mistificare la realtà e manipolarne l’opinione.
Tutto questo per noi è inaccettabile.
Allegato: scheda raccolta opinioni cittadini.