Fiumi e laghi: domenica 12 luglio tuffi in tutta Italia per chiederne la balneabilità. Legambiente: “Soltanto il 10% di fiumi e laghi rispetta le direttive europee. Serve un salto di qualità nelle politiche”
Il 2015 doveva essere l’anno in cui poter trovare refrigerio anche nelle acque di fiumi e laghi da Nord a Sud della Penisola. Niente da fare: l’Italia non ha centrato gli obiettivi di buona qualità delle acque previsti dalla direttiva 2000/60 e la percentuale dei corpi idrici superficiali che riesce a soddisfare tutti i requisiti qualitativi tocca appena il 10%. Ma un tuffo simbolico per accendere i riflettori sullo stato di fiumi e laghi verrà comunque organizzato questa domenica da Legambiente che, come ormai da tradizione, promuove in tutta Italia il Big Jump, iniziativa internazionale dell’European Rivers Network (ERN).
Domenica 12 luglio alle ore 15:00 si svolgeranno in contemporanea una dozzina di tuffi in diverse regioni. In Lombardia sarà possibile tuffarsi nel torrente Masino ai Bagni di Masino (SO) o cimentarsi in una regata in canoa seguita da un tuffo nella diga della Paladella a Lonate Pozzolo (VA), oppure ancora partecipare ai tuffi simbolici nell’Olona presso Fagnano Olona (VA) e nel Lambro a Melegnano (MI) dove verrà anche effettuato un “laboratorio di fiume”. A Sorico (CO), invece, si gioca d’anticipo l’11 luglio con un’escursione in canoa e un tuffo nel fiume Mera. In Piemonte ci si tufferà nel torrente Chiusella a Gauna (TO) e in piena città a Torino nel Po. In Veneto sarà un Big Jump a suon di musica e di letture quello organizzato sul torrente Musestre a San Giacomo di Musestrelle, Carbonera (TV). Tra i tuffi simbolici in programma c’è anche quello nelle acque del Rio Santa Marina a Sarno (SA) in occasione del quale saranno organizzate escursioni in bicicletta e a piedi e degustazioni di prodotti tipici. Restando al Sud, ci si tufferà anche in Sicilia a Ragusa nel fiume Irminio dove sarà inoltre possibile fare snorkeling per monitorare la fauna ittica dell’Oasi della Trota macrostigma. Big Jump in programma anche nel Lazio nel fiume Velino a Rieti e, il 19 luglio, in Emilia Romagna nel Po a Torricella di Sissa (PR).
“Con il Big Jump vogliamo lanciare un appello a tutti i livelli istituzionali per un salto di qualità nella gestione delle risorse idriche – dichiara Giorgio Zampetti, responsabile scientifico nazionale di Legambiente -. Una seria politica di tutela dei fiumi dovrebbe prevedere azioni e strumenti concreti: piani che coinvolgano tutti gli attori interessati e perseguano l’obiettivo di ridurre i prelievi e i carchi inquinanti; un’azione diffusa di riqualificazione dei corsi d’acqua e di rinaturalizzazione delle sponde; fermare i numerosi scarichi industriali e civili che ancora oggi inquinano la risorsa idrica e realizzare la bonifica delle falde contaminate. Occorre, infine, applicare strumenti di partecipazione adeguati come i Contratti di Fiume, che, come dimostrano le esperienze già attuate, consentono di coniugare la qualità dei corpi idrici con la mitigazione del rischio e lo sviluppo socio economico delle comunità locali. Da tempo ormai l’Europa richiama l’Italia ad avere corsi d’acqua in buono stato. Il 22 dicembre 2015 scadrà il termine per il raggiungimento degli obiettivi ambientali previsti dalla direttiva, in termini di conseguimento del “buono stato ecologico” per tutti i corpi idrici. Ma continuano ad essere pochi in Italia i casi in cui si è investito sui corsi d’acqua con interventi di riqualificazione, rinaturalizzazione, prevenzione e mitigazione del rischio e insieme di tutela degli ecosistemi”.
Ad oggi in Italia lo stato ecologico superiore al buono è stato raggiunto solo dal 25% dei corpi idrici superficiali, mentre lo stato chimico buono è stato raggiunto solo dal 18%. La percentuale dei corpi idrici superficiali che riesce a soddisfare tutti i requisiti è pari solo al 10%. Le previsioni per il futuro non sono migliori, come risulta da quanto comunicato dal nostro Paese alla Commissione europea: nel 2015 la percentuale dei corpi idrici superficiali in stato buono (o superiore) dovrebbe salire solo al 29%. Per le acque sotterranee, dal 49% in buono stato del 2009 dovremmo passare al 52,7%, con una prospettiva assolutamente insoddisfacente e ancora troppo lontano dagli auspicabili obiettivi della direttiva, che richiedono che tutti i corpi idrici significativi raggiungano il buono stato di qualità.
Per approfondire:
http://www.legambiente.it/dossier/cattive-acque
http://www.rivernet.org/bigjump/