Sono una larga maggioranza le città del Piemonte che non si sono ancora adeguate al protocollo interregionale antismog: ben 29 Comuni su 44 che avrebbero dovuto far proprio entro il 30 ottobre il primo pacchetto di misure previste dall’accordo siglato tra le regioni del Nord Italia e recepito, tardivamente, dalla Regione Piemonte lo scorso 20 ottobre.
“Non è bastato neanche un ottobre da incubo per convincere i Sindaci di mezzo Piemonte a mettersi una mano sulla coscienza e a recepire le seppur limitate misure antismog previste dal protocollo padano antismog –questa la denuncia di Fabio Dovana, presidente di Legambiente Piemonte e Valle d’Aosta-. I polmoni dei piemontesi sono in perenne attesa: in primo luogo della Regione che nonostante i 3 anni di gestazione non sembra ancora intenzionata ad approvare il nuovo Piano regionale antismog, ma anche dei tanti sindaci che anziché mettere in campo interventi strutturali continuano a sperare di giorno in giorno in un po’ di pioggia o in una folata di vento. Per svegliare la politica locale non solo non sono sufficienti i danni provocati quotidianamente dallo smog alla salute dei cittadini ma non basta neanche la scure della multa milionaria europea per le due procedure di infrazione in corso”.
Da gennaio ad oggi sono già 5 su 8 i capoluoghi piemontesi ad aver superato il limite di 35 giorni con una media giornaliera oltre i 50 microgrammi per metro cubo previsto per le polveri sottili (PM10). Maglia nera per Torino con 83 giorni di sforamento per le PM10 alle centraline Rebaudengo e Grassi (in netta crescita rispetto al 2016 quando ne registrava, a fine anno, 46), 66 alla centralina Consolata, Rubino 59, Lingotto 53. Appena fuori dal capoluogo la situazione non è migliore: a Carmagnola da inizio anno sono stati registrati 76 superamenti, a Collegno e Settimo Torinese 60, a Borgaro 57, a Ivrea 39. Pinerolo, dopo 4 anni di valori per le polveri sottili nei limiti, torna ad essere fuorilegge con 37 giorni di sforamento. Ad Alessandria da inizio anno sono già 68 gli sforamenti registrati alla centralina D’Annunzio, mentre Vercelli, alla centralina Gastaldi, ha già raggiunto quota 64 superamenti (nel 2016, a fine anno, i superamenti erano 50). Anche ad Asti la concentrazione media di PM10 nell’aria è in risalita rispetto all’anno scorso e nella centralina peggiore della città, Baussano, sono già stati raggiunti 63 giorni di sforamento. Tra i capoluoghi fuorilegge anche Novara con 55 sforamenti. A Cuneo, nonostante i valori rientrino nei limiti stabiliti dalla legge, si registra una crescita del valore medio di polveri sottili nell’aria con una concentrazione di 27 mg/mc (la più alta dal 2012). Verbania da inizio anno ha fatto registrare 15 superamenti (anche qui valori mai così alti dal 2012). A Biella la centralina Lamarmora ha già raggiunto 30 superamenti (nel 2016, a fine anno, erano 29).
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